Biglietto intero: € 10,00
Biglietto ridotto: € 8,00
MTTMCARD: € 7,00
Biglietteria aperta un ora prima in teatro
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Abbonamento a 9 spettacoli
€ 54,00
Abbonamento a 5 spettacoli a scelta
€ 30,00
La ricotta
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
18 Ottobre 2024 ore 21.00
di e con Nicola Falocci
Occhio esterno: Carla Gariazzo
Foto di scena: Marco Trabalza
produzione: Qui – Sarabanda Teatro
Il testo dello spettacolo “La ricotta” è frutto di una scrittura originale di Nicola Falocci, a partire da un’idea di sceneggiatura elaborata da Pasolini l’anno precedente alla realizzazione del film omonimo, integrata con alcuni materiali tagliati dalla versione originaria del film (recuperati attraverso gli atti del processo per vilipendio che costò 4 mesi di carcere a Pasolini ed altri documenti dell'epoca), nonché da alcune riflessioni personali dell’autore. Lo spettacolo è impostato in forma di monologo, in cui l’attore in scena interpreta i vari personaggi e le surreali situazioni vissute da Stracci e dagli altri componenti della troupe durante la lavorazione del “film nel film”. Il filo rosso dello spettacolo è quello della "fame" e della ricerca di cibo, colossale ed inaccettabile contraddizione delle società consumistiche contemporanee, in cui la povertà viene troppo spesso stigmatizzata e derisa, come accade a Stracci protagonista delle vicende raccontate nello spettacolo.
Why Clitennestra, Why?
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
25 Ottobre 2024 ore 21.00
Da “Clitennestra o del crimine” di Marguerite Yourcenar
con Miana Merisi (attrice), Alessandra Corona (danzatrice in video), Guido Tuveri (danzatore in video)
Realizzazione video Ennio Madau
voce fuori campo Luigi Tontoranelli
Partecipazione in video Federico Giaime Nonnis
Regia Maria Assunta Calvisi
Produzione: L’Effimero Meraviglioso, ASMED Balletto di Sardegna. Alessandra Corona Performing Works
Clitennestra è un personaggio universale e contemporaneo, percorre il nostro presente, è vivo oggi come ieri. La tragedia greca si fa magma vitale e prende forma problematica e aperta nelle parole della Yourcenar che suggeriscono nuove suggestioni e nuovi percorsi anche tortuosi e sorprendenti: la vendetta? Certo! Ma anche l’amore irriducibile, disperato, ossessivo, e poi la fragilità, l’insicurezza, la solitudine. “Esiste un solo uomo al mondo: il resto, per ogni donna, non è che un errore o un malinconico surrogato”. Eppure quest’uomo Clitennestra uccide: per amore? Per vendetta? “Quell’uomo io lo ritroverò in qualche angolo del mio inferno”. La morte non basta a spegnere “un fuoco!”.Lo spettacolo vuole affondare le mani in questo terreno scivoloso. Non pretende di dare risposte ai perché. Si racconta con le parole ma anche con l’intensità dei corpi, attraverso immagini evocative, che sottolineano emozioni e rafforzano il filo narrativo, proiettate a tutto schermo dove i danzatori restituiscono suggestione e emozione supportati da musiche originali intense di grande contemporaneità.
Quanto resta della notte
Genere:
Teatro di narrazione
Destinatari:
Adulti
15 novembre 2024 ore 21.00
di e con Salvatore Arena
Produzione: Mana Chuma | Reggio Calabria
Il testo nasce dalla necessità di andare oltre la notte per immaginare un tempo dedicato all’amore, per vivere la malattia come guarigione, la morte della madre come riavvicinamento di un figlio alla vita. Un atto d’amore dunque. “Mi piacerebbe mangiare un gelato al limone, disse mia madre. Le tre di notte e tutto chiuso. Un figlio torna a casa dopo tanto e lui che fa? Che fa? Disse mia madre. Va di notte a cercare un gelato fatto di limone, per sua madre”. Vi è in questa conversazione il bisogno di ogni uomo di superare i drammi le morti le contraddizioni, di cercare una fede, una collina che sia luogo di salvezza, dove credere, dove chiedere un’assoluzione.
La storia è un susseguirsi di ricordi, che risvegliano nel cuore del protagonista, Pietro, la verità nascosta. Migliaia di parole collocate nell’arco quotidiano di tre giorni, una via crucis, una madre che va spegnendosi perché rinasca il figlio, come a partorirlo due volte a questo mondo. Un attore, in scena, immobile su una sedia, ancorato, vincolato al racconto, inchiodato, costretto in quello spazio e in quel tempo a non distogliere il corpo da ciò che gli accade dentro, senza alcuna via di fuga. Quanto resta della notte è un urlo muto, quieto-inquieto, cosparso di lacrime e rimorso, sacrificio necessario, gesto estremo nel silenzio. È un appellarsi alla coscienza, all’ascolto degli altri per consegnarsi al perdono. È croce da portare, è fratello da cullare al centro del cuore, è madre da accompagnare all’ultimo gradino. Non vi è fuga, dunque, nè spazio per la finzione. L’immobilità è essa stessa confronto estremo con la vita che si muove, attraverso un parlare con altri che altri non sono che se stesso.
Sempre tua
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
29 novembre 2024 ore 21.00
di e con
Antonella Cardarella
Musica dal vivo: Steve Cable
Produzione: Casa di Creta Argentum Potabilis | Catania
Bianca entra in scena a piccoli passi, Bianca canta, Bianca racconta..Racconta di Bianca bambina, che ascolta le storie della Mamma e della Nonna, storie come ‘Barbablu’ in cui una giovane donna diventa moglie di un misterioso, affascinante Signore dal lato oscuro..Racconta di Bianca ragazzina e della sua grande storia d’AMORE che inizia, come nelle fiabe, del giorno del PRIMO BACIO!…Racconta di Bianca Donna, Moglie, Madre.. degli anni che passano felici nella sua casa/fortezza.. fino al giorno del primo schiaffo…Sola in scena, l’autrice-interprete Antonella Caldarella presenta una storia di amore che diventa possesso, violenza ed infine omicidio. Le continue variazioni di atmosfera, le evocazioni tragi-comiche delle figure della Madre e della Nonna, la graduale discesa negli inferi della violenza domestica (giustificata quasi fino alla fine dalla stessa vittima) ed infine la sorpresa finale sulla vera natura di ‘Bianca’ vengono accompagnate da una colonna sonora originale suonata dal vivo, garantendo un’esperienza teatrale di sicuro impatto emotivo, capace di stimolare una profonda riflessione sul cosidetto ‘Femminicidio’.
Il castello di Kafka
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
06 dicembre 2025 ore 21.00
di Massimo Roberto Beato
Con Michele Lisi, Carlotta Mangione, Jacopo Bezzi, Francesco Terranegra,
Maria Rosa Toma
regia Massimo Roberto Beato
musiche originali di Angela Bruni
organizzazione Ferrante Cavazzuti
u3icio stampa Maresa Palmacci
Produzione: Compagnia dei Masnadieri | Roma
Vincitore Premio “V. Cerami” miglior regia e migliori costumi, 2014
Presentato e finalista al Premio “Attilio Corsini” Salviamo i talenti, Teatro
Vittoria, 2014
Presentato al Fringe Festival di Roma, 2014
Ispirato al romanzo incompiuto “Il Castello” di F.
Ispirato al romanzo incompiuto “Il Castello” di F. Kafka, per celebrare i cento anni dalla morte dello scrittore praghese (1924/2024). In una gelida notte K. – nominato dal Conte del castello agrimensore – giunge nella locanda di uno strano villaggio, cercando ospitalità. La certezza di K. vacilla di fronte a una serie di incomprensioni, alimentate dai grotteschi abitanti del villaggio, che sembrano dimostrare l’inesistenza della richiesta di impiego, perdutasi nelle intricate trame di una burocrazia farraginosa.
Esiste, tuttavia, una lettera firmata da un certo Klamm…
Quale sarà il segreto che nascondono gli abitanti del villaggio? Perché vogliono dissuadere K. dal raggiungere il Castello, organizzando
inquietanti “teatrini” e improbabili macchinazioni? Nell’adattamento teatrale, dal celebre romanzo “Il Castello” di Kafka, curato da Massimo Roberto Beato, la ricerca del protagonista diventa metafora dell’esistenza umana e la regia ne sottolinea il carattere straniante e metateatrale, utilizzando musiche originali, costumi particolari e marionette.
Tu Computer
atto poetico elettronico
Genere:
Teatro d’attore, installazioni video
Destinatari:
Adulti
17 Gennaio 2025 ore 21.00
Testi originali e canzoni: Claudia Fofi
Musiche originali: Angelo Benedetti
Video: Luca Franceschini
Foto di scena: Andrea Cancellotti
produzione: Associazione Umbria in voce | Gubbio
“Tu computer” è un atto poetico elettronico con Claudia Fofi, voce recitante e autrice dei testi e delle canzoni, musica elettronica originale di Angelo Benedetti e video di Luca Franceschini. Una tessitura di parole e suoni che propone, nella forma del dialogo con il computer, qui alter ego della voce recitante, una chiave di lettura possibile sul grande tema dell’intelligenza artificiale, questione attuale dalle infinite diramazioni filosofiche, etiche, sociali, politiche, economiche, ecologiche, scientifiche, poetiche. Sul profondo disorientamento ironico e malinconico dei testi di Claudia Fofi si muove come co-protagonista la musica di Angelo Benedetti, composta a partire da rielaborazioni della stessa voce dell’autrice. La setssa si è avvalsa di diversi contributi, nella stesura del testo, dalle riflessioni di Laurie Anderson sull’utilità dell’AI nell’arte ai primi esperimenti poetici con il computer di Nanni Balestrini, dal progetto PoAItry al filosofo Byong-chul Han.
Semper Fidelis
Genere:
Teatro di narrazione
Destinatari:
Adulti
14 Febbraio 2025 ore 21.00
di e con Saverio Tavano
Musica dal vivo: Salvatore Vitaliano
Produzione: Teatro del Carro | Badolato (Cz)
Vincitore del premio CURA 2019
In un paese qualsiasi in una città qualsiasi una famiglia qualsiasi vive in una casa con vista mare. Un padre, una madre, un figlio, qualsiasi. Come voyeur siamo testimoni del vissuto personale di una famiglia che affronta il momento più importante della sua esistenza: si regolano i conti con il passato e la memoria, come in un vaso di Pandora libera i fantasmi che fino a quel momento erano rimasti nascosti. Come accade nelle migliori famiglie c’è sempre un elemento oscuro che con ipocrita omertà rimane indiscusso. Abbiamo analizzato le dinamiche psicologiche che pongono l’uomo nella condizione di elemento “sacrificante” nella posizione quindi auto indotta di “agnello sacrificale” e la posizione del suo torturatore, di aguzzino. Esiste una relazione tra i due elementi che fonda le proprie origini nell’antichità, dalla ritualità umana. Secondo vari teorici, tra cui il professore Jerome Skolnick, questo comportamento si radicalizza negli anni di attività e carriera, ove, avendo a che fare con elementi disagiati e deviati, forzatura della legge, casi di violenza e omicidio molto sensibili, la mente degli addetti all’ordine subisce una regressione assumendo posizioni di carattere autoritario e repressivo giustificate come unico mezzo di mantenimento della legge. Perché la violenza rituale – o la rievocazione rituale della violenza – ristora, guarisce, purifica, fa capire il senso profondo delle cose e addirittura mette in contatto con Dio? Dai riti cruenti della più remota antichità alle sacre rappresentazioni, dalla tragedia greca al moderno sport, dall’ascetismo alla psicoanalisi, l’uomo ha sempre intuito e ricercato il potenziale trasformativo-terapeutico insito nell’accostamento rituale di vita e morte, innocenza e brutalità, onnipotenza e impotenza, non senza stravolgerlo, spesso, in forme strumentali e perverse. Questo spettacolo può muoversi senza enormi problemi produttivi, perché una piccola compagnia a questo deve pensare, muovere uno spettacolo in più spazi possibili, teatrali e non, con la grande capacità di adattarsi sopratutto negli spazi non convenzionali, non solo per l’interessante operazione che comporta questo, avvicinando il teatro al pubblico e non viceversa.
Fole – Il soldato e la rosa
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
07 Marzo 2025 ore 21.00
con: Antonella De Francesco
Musica: Giuseppe De Francesco
Scenografia: Teatro Ridotto in collaborazione con Francesca Di Paolo e Gemma Marotta
Disegno Luci: Irene Leone
Regia: Lina Della Rocca
Produzione: Teatro Ridotto | Bologna
Questo spettacolo racconta la storia di una donna poeta che, attraverso la scrittura, elabora i suoi traumi infantili trasformandoli in una personale visione del mondo, dominata dall’amore e dalla fantasia. La protagonista, Elsa, sviluppa una grande bontà d’animo, un amore per i bambini, gli animali e la natura, e una determinazione a diventare una brava scrittrice. La sua vita è un intreccio di successi, dolori, e incontri con figure celebri, come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, e Luchino Visconti, che la accompagnano nel suo percorso.
11 aprile 2025 ore 21.00
Produzione: Micro Teatro Terra MArique APS | Perugia
Biglietto intero: € 10,00
Biglietto ridotto: € 8,00
MTTMCARD: € 7,00
Biglietteria aperta un ora prima in teatro
Prenota, i posti sono limitati
+393761636555 (messaggio whatsapp)
info@microteatro.it
Abbonamento a 9 spettacoli
€ 54,00
Abbonamento a 5 spettacoli a scelta
€ 30,00
Tutto è cominciato con le calze
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
19 ottobre 2024 ore 21.00
Spazio Back to Back | Perugia
di Antonella Giacon
con Federica Bracarda
Regia: Carla Gariazzo
Musiche originali: Carlo Filippo Buonaurio
Produzione: Spazio Qui
Fare uno spettacolo, mettere in scena un racconto, un libro, ma anche un testo scritto per le scene è sempre tradire. Tradire nel suo significato etimologico dal latino tradére, dare oltre, al di là…Mi piace pensare che in teatro, tutto, vada oltre, al di là, che prenda significati altri che spesso l’autore, l’autrice in questo caso, non aveva pensato. In teatro la parola si fa carne e azione. Prende forma, si muove. Diviene esperienza per l’attore, per l’attrice in questo caso, esperienza viva per lo spettatore quando l’incontro tra le parti è sincero, è dialogo emotivo ed intellettuale. Lo spettatore nell’apparente passività è, se la magia avviene, parte vibrante del dialogo. In questo senso, prendendo in mano questo racconto, ho avuto la netta percezione di un possibile tradimento positivo. Mi sono divertita nel leggerlo, anche qui nel senso latino di andare altrove, divergere, l’ho visto mentre lo leggevo ed il personaggio è diventato nella mia visione persona, attrice: Federica Bracarda. Federica è quel tipo di attrice che non sa mentire in scena, sa fingere (nel senso poetico di creare) ma non mente: è. Ciò che sente e pensa è chiaro limpido senza sotterfugi, si lascia guidare senza passività, entra in ciò che fa senza mostrare, vive in scena con naturalezza ed intelligenza. Questo racconto dalle sfumature amare ed ironiche, al tempo stesso, sembra cucito addosso a lei, come un vestito su misura. La bella musica originale di Carlo Filippo Buonaurio gioca su un tema unico e si fa quasi
colonna sonora trasformandosi e tingendosi del momento emotivo che il personaggio sta vivendo di volta in volta.
La parola veloce e raffinata di Antonella Giacon, si inerpica, nella mia visione scenica, in piccole acrobazie del recitare, sia verbale che fisico, in un ambiente perturbante e sottilmente insinuante. Non è che per caso siamo tutti un po’ razzisti? un po’ paurosi rispetto alla diversità? e la nostra apparente disponibilità non è che sia il nascondere una diffidenza meschina, viscida e calcolatrice?
Quanto resta della notte
Genere:
Teatro di narrazione
Destinatari:
adulti
16 Novembre 2024 ore 21.00
Spazio Back to Back | Perugia
di e con Salvatore Arena
Produzione: Mana Chuma | Reggio Calabria
Il testo nasce dalla necessità di andare oltre la notte per immaginare un tempo dedicato all’amore, per vivere la malattia come guarigione, la morte della madre come riavvicinamento di un figlio alla vita. Un atto d’amore dunque. “Mi piacerebbe mangiare un gelato al limone, disse mia madre. Le tre di notte e tutto chiuso. Un figlio torna a casa dopo tanto e lui che fa? Che fa? Disse mia madre. Va di notte a cercare un gelato fatto di limone, per sua madre”. Vi è in questa conversazione il bisogno di ogni uomo di superare i drammi le morti le contraddizioni, di cercare una fede, una collina che sia luogo di salvezza, dove credere, dove chiedere un’assoluzione.
La storia è un susseguirsi di ricordi, che risvegliano nel cuore del protagonista, Pietro, la verità nascosta. Migliaia di parole collocate nell’arco quotidiano di tre giorni, una via crucis, una madre che va spegnendosi perché rinasca il figlio, come a partorirlo due volte a questo mondo. Un attore, in scena, immobile su una sedia, ancorato, vincolato al racconto, inchiodato, costretto in quello spazio e in quel tempo a non distogliere il corpo da ciò che gli accade dentro, senza alcuna via di fuga. Quanto resta della notte è un urlo muto, quieto-inquieto, cosparso di lacrime e rimorso, sacrificio necessario, gesto estremo nel silenzio. È un appellarsi alla coscienza, all’ascolto degli altri per consegnarsi al perdono. È croce da portare, è fratello da cullare al centro del cuore, è madre da accompagnare all’ultimo gradino. Non vi è fuga, dunque, nè spazio per la finzione. L’immobilità è essa stessa confronto estremo con la vita che si muove, attraverso un parlare con altri che altri non sono che se stesso.
Sempre tua
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
30 novembre 2024 ore 21.00
Spazio Back to Back | Perugia
di e con
Antonella Cardarella
Musica dal vivo: Steve Cable
Produzione: Casa di Creta Argentum Potabilis | Catania
Bianca entra in scena a piccoli passi, Bianca canta, Bianca racconta..Racconta di Bianca bambina, che ascolta le storie della Mamma e della Nonna, storie come ‘Barbablu’ in cui una giovane donna diventa moglie di un misterioso, affascinante Signore dal lato oscuro..Racconta di Bianca ragazzina e della sua grande storia d’AMORE che inizia, come nelle fiabe, del giorno del PRIMO BACIO!…Racconta di Bianca Donna, Moglie, Madre.. degli anni che passano felici nella sua casa/fortezza.. fino al giorno del primo schiaffo…Sola in scena, l’autrice-interprete Antonella Caldarella presenta una storia di amore che diventa possesso, violenza ed infine omicidio. Le continue variazioni di atmosfera, le evocazioni tragi-comiche delle figure della Madre e della Nonna, la graduale discesa negli inferi della violenza domestica (giustificata quasi fino alla fine dalla stessa vittima) ed infine la sorpresa finale sulla vera natura di ‘Bianca’ vengono accompagnate da una colonna sonora originale suonata dal vivo, garantendo un’esperienza teatrale di sicuro impatto emotivo, capace di stimolare una profonda riflessione sul cosidetto ‘Femminicidio’.
Il castello di Kafka
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
07 dicembre 2024 ore 21.00
Spazio Back to Back | Perugia
di Massimo Roberto Beato
Con Michele Lisi, Carlotta Mangione, Jacopo Bezzi, Francesco Terranegra,
Maria Rosa Toma
regia Massimo Roberto Beato
musiche originali di Angela Bruni
organizzazione Ferrante Cavazzuti
u3icio stampa Maresa Palmacci
Produzione: Compagnia dei Masnadieri | Roma
Vincitore Premio “V. Cerami” miglior regia e migliori costumi, 2014
Presentato e finalista al Premio “Attilio Corsini” Salviamo i talenti, Teatro
Vittoria, 2014
Presentato al Fringe Festival di Roma, 2014
Ispirato al romanzo incompiuto “Il Castello” di F.
Ispirato al romanzo incompiuto “Il Castello” di F. Kafka, per celebrare i cento anni dalla morte dello scrittore praghese (1924/2024). In una gelida notte K. – nominato dal Conte del castello agrimensore – giunge nella locanda di uno strano villaggio, cercando ospitalità. La certezza di K. vacilla di fronte a una serie di incomprensioni, alimentate dai grotteschi abitanti del villaggio, che sembrano dimostrare l’inesistenza della richiesta di impiego, perdutasi nelle intricate trame di una burocrazia farraginosa.
Esiste, tuttavia, una lettera firmata da un certo Klamm…
Quale sarà il segreto che nascondono gli abitanti del villaggio? Perché vogliono dissuadere K. dal raggiungere il Castello, organizzando
inquietanti “teatrini” e improbabili macchinazioni? Nell’adattamento teatrale, dal celebre romanzo “Il Castello” di Kafka, curato da Massimo Roberto Beato, la ricerca del protagonista diventa metafora dell’esistenza umana e la regia ne sottolinea il carattere straniante e metateatrale, utilizzando musiche originali, costumi particolari e marionette.
Racconti del Terrore
Genere:
Performance in silent system
Destinatari:
adulti
01 Febbraio 2025 ore 21.00
Spazio QUI | Perugia
Rielaborazione scenica del racconto “Clarimonde” (La Morta Innamorata) di Théophile Gautier
Da un’idea di Maurizio Repetto
Con Gloria Sapio e Maurizio Repetto
Rielaborazione scenica: Gloria Sapio
Effetti luci e Sound Design: Luca Rossi
Regia: Giacomo Sette
Produzione: Settimo Cielo | Roma
Il Racconto da cui abbiamo tratto ispirazione è “La Morta Innamorata” conosciuto anche come Clarimonde, è un racconto fantastico di Théophile Gautier pubblicato nel 1863 sulla Chronique de Paris, rivista fondata da Balzac, il racconto si ispira alla narrativa fantastica di Hoffman ed è considerato uno dei primi esempi di narrativa d’autore sul tema dei vampiri.
Da qualche anno, Settimo Cielo produce con successo un podcast di short stories tratte dalla letteratura gotica di tutti i tempi con oltre 10.000 followers e una media di 22.000 ascolti al mese. “Racconti del Terrore” è diventato infatti un appuntamento seguito dagli appassionati del genere di tutto il mondo con pubblicazione bimestrale.
Questa versione live, che gioca con la radiofonia, vuole sperimentare il rapporto diretto tra interprete e pubblico, grazie anche alle nuove tecnologie multimediali. Dal podcast di successo “Racconti del Terrore” ideato da Maurizio Repetto per Settimo Cielo, nasce un’esperienza in cuffie silent-disco da brividi. Un viaggio tra radiofonia e teatro immersivo acustico nel mondo della letteratura dell’orrore romantica, attraverso una rielaborazione di La Morta Innamorata dello scrittore francese Théophile Gautier a cura di Gloria Sapio. Immerso nel buio e nel fumo lattiginoso di una nebbia da film della Hammer, il pubblico vivrà l’impossibile storia d’amore tra un giovane prete e un’antichissima vampira, dove il male e il bene si confondono e ciò che sembra luminoso nasconde tenebre più grandi di qualsiasi mostruosità. Il testo di partenza fornisce le coordinate tipiche del sublime romantico, della ribellione anticlericale del libertarismo francese e della morbosa fascinazione ottocentesca per l’occulto, il misterioso e l’inquietante. Un racconto che vive di tempeste, inquietudini e paesaggi diventati celebri grazie al cinema espressionista e alla corrente dell’horror britannico anni ‘50, rivive in una forma contemporanea attraverso un live-podcast caratterizzato da una solida costruzione sonora tipica dei radiodrammi: rumorismo, colonna sonora spooky, canti gregoriani, sound design cinematografico accompagnano le voci di Maurizio Repetto e Gloria Sapio, rievocando le atmosfere dark immortali di una storia che varca i confini del tempo.
Semper Fidelis
Genere:
Teatro di narrazione
Destinatari:
Adulti
15 Febbraio 2025 ore 21.00
Spazio QUI | Perugia
di e con Saverio Tavano
Musica dal vivo: Salvatore Vitaliano
Produzione: Teatro del Carro | Badolato (Cz)
Vincitore del premio CURA 2019
In un paese qualsiasi in una città qualsiasi una famiglia qualsiasi vive in una casa con vista mare. Un padre, una madre, un figlio, qualsiasi. Come voyeur siamo testimoni del vissuto personale di una famiglia che affronta il momento più importante della sua esistenza: si regolano i conti con il passato e la memoria, come in un vaso di Pandora libera i fantasmi che fino a quel momento erano rimasti nascosti. Come accade nelle migliori famiglie c’è sempre un elemento oscuro che con ipocrita omertà rimane indiscusso. Abbiamo analizzato le dinamiche psicologiche che pongono l’uomo nella condizione di elemento “sacrificante” nella posizione quindi auto indotta di “agnello sacrificale” e la posizione del suo torturatore, di aguzzino. Esiste una relazione tra i due elementi che fonda le proprie origini nell’antichità, dalla ritualità umana. Secondo vari teorici, tra cui il professore Jerome Skolnick, questo comportamento si radicalizza negli anni di attività e carriera, ove, avendo a che fare con elementi disagiati e deviati, forzatura della legge, casi di violenza e omicidio molto sensibili, la mente degli addetti all’ordine subisce una regressione assumendo posizioni di carattere autoritario e repressivo giustificate come unico mezzo di mantenimento della legge. Perché la violenza rituale – o la rievocazione rituale della violenza – ristora, guarisce, purifica, fa capire il senso profondo delle cose e addirittura mette in contatto con Dio? Dai riti cruenti della più remota antichità alle sacre rappresentazioni, dalla tragedia greca al moderno sport, dall’ascetismo alla psicoanalisi, l’uomo ha sempre intuito e ricercato il potenziale trasformativo-terapeutico insito nell’accostamento rituale di vita e morte, innocenza e brutalità, onnipotenza e impotenza, non senza stravolgerlo, spesso, in forme strumentali e perverse. Questo spettacolo può muoversi senza enormi problemi produttivi, perché una piccola compagnia a questo deve pensare, muovere uno spettacolo in più spazi possibili, teatrali e non, con la grande capacità di adattarsi sopratutto negli spazi non convenzionali, non solo per l’interessante operazione che comporta questo, avvicinando il teatro al pubblico e non viceversa.
Ma la Bella
Percorsi azzardati nei labirinti di una vecchia fiaba
Genere:
Teatro d’attore, musica dal vivo
Destinatari:
Adulti
21 e 22 marzo 2025 ore 21.00
Spazio QUI | Perugia
da “Ma la bella si era poi addormentata?” di Iolida Tizi Edizioni Era Nuova
e con Alessandro Prioletti
Musica originale eseguita dal vivo di Carlo Filippo Buonaurio
Regia Carla Gariazzo
Produzione: Qui
4 e 5 aprile 2025 ore 21.00
Produzione: Micro Teatro Terra MArique APS | Perugia
“Una stilla di sangue reale cadde dal polso destro della Bella andando a tingere di blu la veste di seta bianca che le cingeva i fianchi sottili. Per uno stano prodigio, si dette vita a un susseguirsi di linee e superfici curvilinee che, come in un caleidoscopio, mutavano forma a ogni battito di ciglia, sopra il tessuto sbigottito.”
Non commettere atti impuri
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Adulti
12 aprile 2025 ore 21.00
Spazio QUI | Perugia
di e con Roberto De Sarno
con la partecipazione di Raffaela Migliori e Manu La Bibi
tecnica e light design: Piermarco Lunghi
produzione Pop. Opera, residenze creative Nunc
Un ringraziamento particolare a Jacopo Bucciantini, L’ulcera del Signor Wilson e Sosta Palmizi.
Uno spettacolo di corpo in musica, un unico “atto impuro” che si avvale di figure grottesche, iper-normali, truci, tra comicità, tenerezza e follia. Uno spettacolo di corpo in musica dove i personaggi, le caricature, le immagini evocative composte dal corpo e da una scenografia povera, diventano “creature” che scivolano continuamente in musica di scena, brevi canzoni, accenti che si negano a una prosa asettica, mentre l’attenzione agli spazi, ai ritmi, ai gesti si fondano su principi di danza più ancora che su quelli del teatro di tradizione. È anche un viaggio accelerato e sovraeccitato nella storia dell’uomo vista dallo spioncino della tentazione, con l’incontro finale che gli permette di redimersi dal passato.
La visione dello spettacolo è consigliata ad un pubblico di persone adulte
L’avventura strana di
Babbo Natale e La Befana
Genere:
Teatro d’attore, Teatro fisico, Musica dal vivo, Teatro di Figura
Destinatari:
Bambini dai 3 anni
01 dicembre 2024 ore 17:30
di e c con Antonella Caldarella
e con Steve Cable
Musiche: Steve Cable
Marionette: Antonella Caldarella
Produzione: Casa di Creta | Catania
Un giorno vicino a Natale, due cantastorie di due paesi diversi si trovano nel medesimo luogo a raccontare una storia natalizia; la cantastorie del sud ha pronto una storia sulla Nonna Befana, il cantastorie del nord una sul Babbo Natale. Inizia un litigio clownesco ad esclusione di colpi affinché i due non si rendono conto che, nonostante le differenze di provenienza e cultura, forse sarebbe meglio collaborare, raccontando insieme un’unica storia natalizia per i bambini presenti. Uno spettacolo ricco di comicità e di gags che viene replicato ogni anno per natale dal 1997 con grandissimo successo.
Minestra Minestro…ne
Genere:
Teatro d’attore
08 dicembre 2024 ore 17.30
con Federica Bracarda e Nicola Falocci
voce registrata Alessandro Proiletti
Regia: Carla Gariazzo
Produzione: Spazio Qui | Perugia
Mangiare l’immaginario. Mangiare le nuvole.
L’idea dello spettacolo è proprio quella di nutrire l’immaginario, di renderlo vivo e dinamico.
L’attrice e l’attore si dichiarano tali sin dall’inizio e indossano divertiti e divertendo i panni di vari personaggi.
Saranno Minestra e Minestro…ne, un falegname, un muratore, un contadino, un imprenditore, un fantasma…
Il loro è uno strano viaggio alla ricerca della loro soffice passione: le nuvole.
Non mancheranno occasioni di riflessione intorno alla sostenibilità di alcune scelte “umane” … in una modalità leggera e profonda ad un sol tempo, il tutto condito da una musica dolce e dal ritmo travolgente.
E allora come dice una nota canzone:
…” E camminare ancora, ah-ah
Sulle nuvole, eh-eh”… (Tommaso Paradisi)
La battaglia dei calzini
Genere:
Teatro-Danza
Destinatari:
Bambini dai 3 anni
09 febbraio 2025 ore 17:30
Con: Sabrina Fraternali/Silvia Dezulian
Scenografie: Graziano Venturuzzo e la Compagnia
Costumi: Ivana Allegri – Julia Vontavon
Coreografie: Sabrina Fraternali – Silvia Dezulian
Testo e regia: Dario Spadon
Produzione: Cooperativa Teatrale Prometeo | Bolzano
Ci sono i calzini gialli, come il sole della mattina e il girasole nella pianura.
I calzini azzurri, come la pioggia che cade sull’ombrello e l’acqua del ruscello.
Quelli verdi, come il coccodrillo e il drago.
E poi ci sono i calzini blu, come il mare agitato, il cielo stellato e l’inizio della notte.
E ci sono quelli rossi, come il volto di un bimbo innamorato.
Nel percorso di vita dei calzini, nati dal lavoro a maglia o usciti da una fabbrica, poi depositati in un magazzino e da lì in partenza verso le case della gente, sembra che tutto vada bene, fino a quando, una volta rinchiusi nelle loro scatole, non iniziano a bisticciare. La causa è la sgradita presenza di alcuni calzini spaiati e il litigio si trasforma ben presto in una vera e propria battaglia. La vicenda, metafora del tempo attuale, invita a riflettere sulle regole della convivenza civile, cercando di superare stereotipi e convenzioni.
I giovani spettatori si accomodano a terra accanto allo spazio scenico. Una danzatrice – attrice inizia il buffo lavaggio di alcune paia di calzini. Ha così inizio, fra oggetti coloratissimi e in continua trasformazione, un gioco danzato e a volte interattivo, costruito su musiche di grande suggestione, dove decine di calzini vivranno, si ameranno, litigheranno e persino impareranno a volare.
Piccoli eroi
Genere:
Teatro d’attore
Destinatari:
Bambini dai 4 anni
23 marzo 2025 ore 17:30
con Daria Sadovskaia, Lucia Zaghet, Giulia Colussi
Drammaturgia e Regia: Ferruccio Merisi
Una produzione: Scuola Sperimentale dell’Attore/ L’Arlecchino Errante | Pordenone
La trilogia dedicata a bambini e famiglie si completa con questo piccolo capolavoro di essenzialità e di poesia, dove il gioco teatrale spazia dai saporiti ritratti dei personaggi alla evocazione di atmosfere, di situazioni e di luoghi diversi della nostra vita reale o immaginaria: una classe scolare, un autobus, un cortile, ma anche la savana africana, un ghiacciaio, una clinica, un interno di casa “normale”, un’astronave… Evocazioni molto simpatiche e colorate, che fanno scattare l’immaginazione e coinvolgono in avventure avvincenti e curiose. Il tema dei piccoli eroi è un inno alla capacità dei bambini di essere più umani e coerenti degli adulti, di saper crescere a partire dalle proprie esperienze e visioni, di essere in grado anche da soli di elaborare le difficoltà, o anche gli sbagli, ma soprattutto le loro qualità verso una vita libera e consapevole.
I tre eroi di questa antologia cavalcano l’esperienza dell’altro da sé, la generosità e il coraggio, in storie che sono di fatto delle favole, poiché narrano vicende impossibili, magiche, o miracolose. Eppure, grazie alla capacità degli attori le storie sembrano vere, comuni, ed entrano così nel cerchio del senso di realtà del pubblico, come il teatro dovrebbe sempre fare, aprendo delle porte utili a buone scelte di vita e di convivenza.
IL VESTITO NUOVO DELL’IMPERATORE
Genere:
Teatro d’attore
Video
Destinatari:
Bambini dai 4 anni
08 aprile 2025 ore 17:30
di e con Eleonora Angioletti e Giorgio Castagna
Una produzione: La Filostoccola/Teatro Virginian | Arezzo
La favola di Andersen è una meravigliosa metafora per aprire un dialogo con i bambini sulla vanità, e di quanto il potere e la paura riescano a piegare la volontà e a far credere l’inverosimile. Ma c’è di più. Con l’avvento dei nuovi media abbiamo la possibilità continua di realizzare maschere di noi stessi destinate ad essere messe in mostra, immagini di noi migliorate e moltiplicate all’infinito: da questa premessa ci siamo immaginati una riscrittura in chiave moderna della favola danese dove il volto dei cortigiani riflette le fattezze dell’Imperatore, come un’unica identità smembrata in tante parti, estensioni di se’ controllate tramite un IPad. La figura dei due tessitori invece, artisti a tutto tondo, truffatori per eccellenza, introduce una riflessione semiseria sull’arte moderna, in grado di incrinare le certezze del potere e prenderlo in giro. Il vestito sarà cucito, e l’imperatore, nudo come un pulcino, sfilerà per le strade della città, tra gli applausi dei presenti. A raccontarci la storia è Violetta, la bambina che, ormai diventata grande, fu l’unica agridare “Il re è nudo!”. Da anni vive ormai chiusa in un bunker, braccata dalle guardie imperiali, sicura che niente sia cambiato, là fuori. Non sa ancora però che la Resistenza ha lavorato nell’ombra, e che i giorni della dittatura e della menzogna stanno per finire…
Buon compleanno
Giulio Coniglio
Genere:
Teatro di Figura,
Destinatari:
Bambini dai 3 anni
13 aprile 2025 ore 17:30
di Nicoletta Costa e Paolo Comentale
In occasione dei 25 anni del personaggio di Giulio Coniglio creato da Nicoletta Costa
con Anna Chiara Castellano Visaggi e Chiara Bitetti
scene Annachiara Castellano Visaggi
scenotecnica Raffaele Colaprice
pupazzi burattini e oggetti di scena Lucrezia Tritone
adattamento e regia Paolo Comentale
Produzione: Granteatrino – Casa di Pulcinella | Bari
Giulio, timido, buffo, amatissimo coniglio compie ben 25 anni. Ha lunghe orecchie pelose è timido e molto generoso. Vive semplici e indimenticabili avventure insieme alla sua allegra compagnia di amici: TOMMASO, un topo allegro e pasticcione; CATERINA, l’oca abile cuoca; VALTER, la volpe dispettosa, LAURA la lumaca e molti altri.
Nella nuova produzione del Granteatrino si avvicina il compleanno di Giulio Coniglio, ma lui è così distratto che se ne è dimenticato. Per fortuna ci sono i suoi amici a pensarci!
Nato nel 1999 dalla geniale matita di Nicoletta Costa, Giulio Coniglio compie venticinque anni e si accinge, con l’impeto dell’indiscusso protagonista, verso nuove e ancor più colorate avventure in compagnia dei suoi amici di sempre. E’ stata proprio l’autrice Nicoletta Costa, che conosciamo da oltre vent’anni e con la quale abbiamo da tempo sviluppato una proficua collaborazione, a proporci un progetto su Giulio Coniglio.
Lo spettacolo con pupazzi e narratori è rivolto al pubblico dei piccolissimi: tanti bambini, nel corso del tempo, si sono immedesimati in Giulio Coniglio e nelle sue avventure, nel suo dolce e poetico stupore nei confronti delle bellezze della Natura. Giulio sa rappresentare alla perfezione i sentimenti e i desideri dei più piccoli creando una originale empatia con tutti i suoi giovanissimi lettori-spettatori.
Al Mare
Genere:
teatro d’attore e teatro di figura
07 marzo 2024 ore 10.00 – Teatro Caporali | Panicale
09 aprile 2024 ore 9.30 – Teatro Comunale | Tuoro
16 aprile 2024 ore 10.00 – Sala Comunale | Piegaro
23 aprile 2024 ore 10.00 – Teatro Comunale | Paciano
13 maggio 2024 ore 10.00 – Sala Donna Olimpia | Alviano
22 maggio 2024 ore 09.00 – Spazio Fabbrica | Lugnano in Teverina
27 maggio 2024 ore 09.00 – Arco della Pace | Guardea
11 giugno 2024 ore 10.00 – Teatro San Lorenzo | Ficulle
di e con Claudio M. Paternò
pupazzi e scene Ada Mirabassi
Produzione: MTTM Micro Teatro Terra Marique, Teatro di Figura Umbro
Il meraviglioso viaggio di una formica dalla sorgente di un fiume, che sgorga in montagna, vicino al suo formicaio, lungo tutto il corso di questa grande e trafficata via d’acqua, fino al mare. Lungo il percorso vivrà molte avventure, grandissime in confronto ad un animaletto piccolo come lei… Lo spettacolo, composto da scene e linguaggi ideati apposta per appassionare i più piccoli, permette ai bambini di avvicinarsi non solo alla pratica della comunicazione teatrale, ma anche alla tematica ecologica e alla descrizione del ciclo dell’acqua.
The wonderful journey of an ant from the source of a river, which springs up in the mountains near her anthill, along the entire course of this great and busy waterway to the sea. Along the way she will experience many adventures, very big in comparison to a small animal like her… The show, composed of scenes and language designed especially to fascinate the youngest children, allows children to approach not only the practice of theatrical communication, but also the ecological issue and the description of the water cycle.
Le merveilleux voyage d’une fourmi qui part de la source d’une rivière, qui jaillit dans les montagnes, près de sa fourmilière, le long de tout le cours de cette grande voie navigable, jusqu’à la mer. En chemin, vous vivrez de nombreuses aventures, énormes par rapport à un petit animal comme elle… Le spectacle, composé de scènes et de langages conçus pour passionner les plus petits, permet aux enfants de se rapprocher non seulement de la pratique de la communication théâtrale, mais aussi du thème écologique et de la description du cycle de l’eau.
Il giro del mondo atomico
Genere:
Teatro d’attore, d’ombra, illusionismo
04 marzo 2024 ore 11.30 – Aula Magna | Attigliano Umbro
05 marzo 2024 ore 9.30 – Teatro della Filarmonica | Corciano
19 marzo 2024 ore 10.00 – Auditorium Urbani | Passignano S.T.
16 aprile 2024 ore 11.30 – Sala polivalente | Pietrafitta
20 maggio 2024 ore 11.30 – Sala polivalente | Giove
22 maggio 2024 ore 11.30 – Spazio Fabbrica | Lugnano in Teverina
27 maggio 2024 ore 11.30 – Arco della Pace | Guardea
scritto e diretto da Claudio Massimo Paternò
con Rallaele Silvani, Ingrid Monacelli
Potrebbe la scienza essere magia? Un po’ sì. O forse è solo illusione… ? Alcuni esperimenti in effetti sembrano trucchi e alcuni trucchi, ripetuti mille volte con esattezza ‘matematica’, potrebbero celare dentro di sè il fascino di una materia scientifica ed esatta. Tra mistero e abilità si destreggia il fisico Raffaele Silvani, mago e prestigiatore, capace di affascinare con i suoi trucchi sia grandi che piccini, affascinandoli e portandoli ad addentrarsi nei meandri delle illusioni che crea. E, chissà, magari permettendo a tutti di tornare ad osservare il mondo con gli occhi affascinati di un bambino… almeno per un magico momento!
Could science be magic? It kind of is. Or perhaps it is just illusion… ? Some experiments actually look like tricks and some tricks, repeated a thousand times with ‘mathematical’ exactitude, might conceal within themselves the fascination of a scientific and exact matter. Between mystery and skill juggles the physicist Raffaele Silvani, magician and conjurer, capable of captivating both young and old with his tricks, fascinating them and leading them to delve into the meanders of the illusions he creates. And, who knows, maybe allowing everyone to go back to observing the world with the fascinated eyes of a child … at least for a magical moment!
La science pourrait-elle être magique ? Un peu oui. Ou peut-être est-ce juste une illusion… ? Certaines expériences semblent en effet être des tours et certains tours, répétés mille fois avec exactitude ‘mathématiques’, pourraient cacher en eux le charme d’une matière scientifique et exacte. Entre mystère et habileté, le physicien Raffaele Silvani, magicien et prestidigitateur, capable de fasciner avec ses tours, petits et grands, les fascinant et les amenant à pénétrer dans les méandres des illusions qu’il crée. Et, qui sait, peut-être permettre à tout le monde de revenir à observer le monde avec les yeux fascinés d’un enfant… au moins pour un moment magique!
Musicanti di Brema
Genere:
teatro d’attore
11 marzo 2024 ore 10.00 – Scuola Primaria | Cerqueto
22 aprile 2024 ore 11.00 – Teatro Caporali | Castiglione del Lago
Chi non conosce la celebre fiaba classica dei Musicanti di Brema? Quattro anziani animali, un asino, un cane, un gatto e un gallo che, ormai giunti al tramonto della loro vita e non più funzionali per assolvere alla funzione che avevano egregiamente portato avanti in gioventù, decidono di scappare dai relativi padroni e di dirigersi a Brema, un luogo dove la vita sembra essere più libera e lieta e dove potranno dedicarsi a coltivare la loro vera vocazione ed ambizione: la musica! Lungo la strada gliene capitano di tutti i colori…
La versione classica viene un po’ rielaborata da Micro Teatro per attualizzare il messaggio originale della fiaba, rendere il linguaggio più apprezzabile dal giovane pubblico, inserire una coinvolgente canzone che l’intera sala non potrà dimenticare e arricchire l’allestimento con intelligenti trovate sceniche, come il gioco delle ombre cinesi. In questa versione, ecco apparire sulla scena: l’Asino CALUDIO che vuole essere un giocoliere… invece viene continuamente frainteso e picchiato; il Cane LAMPO che ama rincorrere il suo osso tutto il giorno… in fondo è il cane più veloce del mondo, la Gatta MIMMA che desidera solo partecipare a Masterchef con la sua ‘deliziosa’ Ratta-tuia… e il Gallo MARTIN che, pur essendo una banderuola, grazie alla fantasia diventa un abile interprete di piano bar … e la mattina dorme!
Ma che energia?!
Genere:
Teatro d’attore e d’oggetti
04 marzo 2024 ore 09.30 – Aula Magna | Attigliano Umbro
13 maggio 2024 ore 9.30 – Arco dell Pace | Guardea
20 maggio 2024 ore 9.30 – Sala polivalente | Giove
03 maggio 2024 ore 10.00 – Centro Sociale | Penna
di e con Claudio M. Paternò
e con Ingrid Monacelli
Produzione: MTTM Micro Teatro Terra Marique APS
Un piccolo viaggio all’interno delle possibili fonti energetiche, quelle di ieri, di oggi e di domani: La legna, il carbone, il petrolio e i suoi derivati, l’energia nucleare per poi arrivare alle fonti rinnovabili sole, vento, i fiumi, il geotermico e a ipotesi futuristiche e fantasiose che potrebbero però stimolare, chissà, qualche esperimento futuro. Tutto questo calato nel mondo dei due personaggi Claudio e Ingrid… amici/nemici, che tra gang e paradossi che renderanno la materia leggera come vapore acqueo.
Babayaga
storia di una strega
Genere:
Teatro d’attore, di figura e oggetti
09 aprile 2024 ore 11.30 – Teatro Comunale | Tuoro
22 aprile 2024 ore 11.30 – Teatro Caporali | Castiglione del Lago
Cosa vuol dire essere diversi? È qualcosa che ha che fare con la nascita oppure con i sentimenti? Potrebbe spiegarlo bene Yaga, che fin da bambina è sempre stata presa in giro dai suoi coetanei e schernita perché aveva un dente solo e una personalità forte. Crescendo, il mondo non è stato molto più dolce, con lei, infatti ha subito vessazioni e maldicenze di ogni tipo, che l’hanno convinta (o costretta) ad allontanarsi dalla società e a rifugiarsi nella sua pittoresca casina nei boschi, in compagnia solo dei suoi animali, di un cancello arrugginito e di un salice. Rifugge il mondo, Yaga, ci ha provato ma ha capito che il mondo non è posto per lei.
Forse però non è la sola a cercare rifugio nel bosco. Anche Michetta, bambina orfana e sensibile, amante del canto e buona d’animo, subisce le vessazioni dei suoi crudeli compagni di classe e fugge, scappa di casa.
L’incontro tra le due sembra essere inevitabile e fatale… ma saranno in grado di fare nascere un’amicizia? Oppure si tratta della solita fiaba riguardante una strega che mangia i bambini smarriti?
La tradizionale fiaba russa viene reinterpretata in chiave contemporanea, puntando il dito su tematiche quali il bullismo, l’accettazione del diverso e la cooperazione. La narrazione procede con ritmo incalzante e con accattivanti effetti scenici, che permettono di moltiplicare la profondità dell’argomento. I piani di lettura sono moltissimi e tutti facilmente leggibili per i bambini. Una fiaba che fa riflettere, sorridere, divertire e anche un po’ commuovere.
Nota di regia
Yaga e Michetta sono due figure che rappresentano la diversità. Entrambe oggetti di pregiudizio da parte della comunità, sono emarginate e viste come strane. Vittime di bullismo decidono di seguire due strade differenti: Yaga l’autoisolamento e la fuga dal confronto in primis da sè stessa, Michetta l’autoformazione e un processo che la porterà ad accettare la propria diversità. I destini dei due personaggi sono legati tra loro e l’evoluzione della prima è in relazione con l’evoluzione della seconda. Entrambe impareranno innanzitutto a comprendersi, accettarsi e a rapportarsi con l’altro in modo costruttivo. Un viaggio “fantastico” nella foresta tenebrosa del proprio inconscio.
Leggera
Genere:
Teatro d’attore
15 marzo 2024 ore 21.00 – Qui Spazio Culturale | Perugia
scritto e diretto da Claudio Massimo Paternò
con Caterina Luciani Messinis
“Mamma sei morbida, calda e profumata, mamma…
Voglio stare sempre abbracciata a te…” In uno spazio bianco, spoglio, con pochi oggetti essenziali ed evocativi, alcune luci proiettano immense ombre sulle pareti candide e una persona, sola, racconta il dramma che vive in se stessa, nelle sue prigioni fisiche e mentali.
“Leggera” descrive la fame, non solo quella materiale ma anche la fame di affetti, di comunicazione, di sensazioni. Un bisogno che la protagonista tenta di compensare in un perpetuo aggrovigliarsi nel proprio labirinto fatto di piccoli gesti ossessivo-compulsivi, nel controllo di ogni particolare, nella ricerca costante della perfezione.
Lo spettacolo testimonia un momento della vita di una giovane donna, attraverso una narrazione indiretta, composta da frasi sconnesse e ripetitive, da immagini potenti e da una intensa carica emotiva.
L’orso felice
Genere:
danza
08 maggio 2024 ore 10.00 – Teatro Comunale | Nocera Umbra
di e con Elisa Canessa Federico Dimitri
Produzione Compagnia DimitriCanessa e Pilar Ternera/NuovoTeatro delle Commedie – Livorno
L’Orso felice è un Orso che si fa molte domande e che ha nelle tasche, (non sapete che gli orsi hanno le tasche?), tre indizi: sono un orso molto gentile, sono un orso felice, sono un orso molto bello. Da questi indizi l’Orso Felice parte per la ricerca del proprio sé. Il viaggio si snoda tra alberi che crescono se non li guardi, tra silenzi piccoli, grandi, antichi e silenziosi e incontri con animali ed esseri che lo accompagneranno alla scoperta del pensiero e della felicità. Liberamente ispirato all’Orso che non c’era di Oren Lavie lo spettacolo continua la ricerca della compagnia sull’identità e il viaggio iniziato con lo spettacolo di Alice dello scorso anno. Lavie si cimenta in un’opera filosofica, una moderna Alice attraverso lo specchio regalandoci un viaggio in un sognato ed eccentrico mondo alla ricerca del sé, tutto condito da un umorismo e un sorriso leggero, come solo un Orso Felice può avere.